Ampliare i servizi dello studio con lo standard VSME: dalla proposta “Omnibus” una nuova opportunità per i professionisti
di Cesare Tomassetti
Il tema della sostenibilità si configura come uno dei vettori trasformativi più rilevanti nei modelli di produzione, gestione e rendicontazione del valore. Essa ha assunto il ruolo di paradigma regolativo nell’economia d’impresa, orientando progressivamente le scelte strategiche, le strutture di governance e le modalità di interazione con gli stakeholder. Le metriche ESG rappresentano non solo strumenti di misurazione della performance non finanziaria, ma anche criteri regolativi per l’allocazione di risorse, la gestione del rischio e la costruzione della reputazione d’impresa. L’integrazione dei criteri ESG nei processi gestionali implica pertanto una revisione profonda delle logiche aziendali e delle funzioni di accountability.
Rilevanza strategica per gli studi professionali
Gli studi professionali dei dottori commercialisti, attori tradizionalmente focalizzati su dimensioni economico-contabili e fiscali, sono oggi chiamati a una ridefinizione del proprio perimetro operativo. La crescente centralità della sostenibilità apre scenari inediti per l’ampliamento del portafoglio di servizi professionali, ma richiede contestualmente una valutazione critica circa le competenze, i modelli organizzativi e le modalità di interazione con il mercato. In tale quadro, la scelta se internalizzare i saperi specialistici in ambito ESG o delegarli a soggetti esterni incide direttamente sull’identità professionale dello studio, sulla sua capacità di generare valore consulenziale e sulla sua tenuta competitiva nel medio-lungo periodo.
Il contributo dello standard VSME
La proposta di modifica della CSRD conferisce una nuova centralità allo standard VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standard for non-listed SMEs), indicandolo come principale riferimento per le imprese fino a 1.000 dipendenti. Tale previsione costituisce un punto di svolta per gli studi che intendono accompagnare le imprese clienti in un percorso di rendicontazione semplificata, ma conforme agli indirizzi europei. Il VSME rappresenta una risposta tecnica alla necessità di disporre di uno standard proporzionato, accessibile e coerente con le capacità operative delle imprese non quotate. La sua implementazione consente ai professionisti di valorizzare il proprio know-how contabile-finanziario, integrandolo con le dimensioni di materialità ESG più pertinenti.
Profili di forza e vincoli strutturali
Una riflessione critica sull’implementazione dello standard impone di valutare i punti di forza e le criticità degli studi professionali di dimensioni medio-piccole. Tra i primi si annoverano la conoscenza del territorio, la prossimità relazionale con il cliente e l’agilità operativa. Dall’altro lato, potrebbero emergere carenze di competenze tecniche interdisciplinari, scarsa familiarità con metodologie di valutazione ESG e difficoltà nell’accesso a piattaforme digitali. A ciò si sommano possibili limiti culturali, legati alla tendenza a concepire la sostenibilità come adempimento, piuttosto che come leva strategica.
Strategie organizzative e modelli di collaborazione
L’evoluzione del profilo professionale del commercialista richiede una riconfigurazione delle strutture organizzative interne e una più ampia apertura a modelli di rete. La costituzione di alleanze interdisciplinari – con società di consulenza, giuristi o esperti di comunicazione istituzionale – rappresenta un’opzione strategica. Tali sinergie permettono di costruire un’offerta consulenziale integrata, coerente con la logica di materialità settoriale e scalabile.
Implementazione operativa dello standard VSME
La capacità dello studio di operare come facilitatore nell’adozione del VSME richiede investimenti in formazione tecnica, progettazione di processi interni e integrazione tra contabilità finanziaria e non finanziaria. Il VSME, infatti, richiede un approccio critico alla selezione delle informazioni rilevanti, alla definizione delle priorità strategiche e alla rappresentazione narrativa della performance sostenibile. Accompagnare le PMI in questo percorso implica una riqualificazione metodologica del ruolo del professionista, che evolve verso quello di advisor strategico.
Digitalizzazione e cultura della sostenibilità
La digitalizzazione è una sorta di “condizione abilitante” per una gestione efficiente dei dati ESG. Software specializzati, dashboard interattive e tools sviluppati da esperti devono entrare nell’arsenale operativo degli studi. Tuttavia, affinché i principi ESG vengano realmente internalizzati nelle competenze professionali, è necessaria una vera cultura della sostenibilità, fondata su formazione strutturata, moduli teorici, esercitazioni e sperimentazioni sul campo.
In sintesi…
L’integrazione della sostenibilità nei servizi degli studi professionali non può essere una risposta tattica a una pressione normativa. Essa è una sfida identitaria e strategica, che interroga modelli organizzativi, competenze e cultura professionale. La capacità di presidiare il VSME – e più in generale l’ambito ESG – sarà un criterio distintivo di qualità e autorevolezza. La sostenibilità rappresenta un nuovo segmento consulenziale che potrà ricoprire un ruolo centrale nell’evoluzione dello studio professionale.