Riorganizzazione, “efficientamento”, voluntary separation. La si può chiamare in molti modi. C’è persino chi la definisce “una questione di cultura aziendale”. Ma il vero succo della vicenda è che la “strategia” annunciata da Amazon sembra proprio consistere essenzialmente in un intenso e fitto programma di licenziamenti.
Una prospettiva globale con ripercussioni “glocal”
Il “piano” si concretizza in una riduzione del personale che raggiungerà quota 14mila persone e che nelle ultime ore ha vestito i panni di una formula molto particolare. Si parla di “una campagna di uscite volontarie e non” che coinvolge diversi Paesi, su scala globale, compresa l’Italia.
Il laboratorio urbano
Così, nel panorama nazionale, Milano, volente o nolente, rappresenta una sorta di “teatro” di questa sperimentazione imposta alle risorse umane. Basti considerare che nella metropoli lombarda lavorano per il colosso mondiale dell’e-commerce circa 1.200 addetti. Stando alle previsioni, le figure più impattate potrebbero essere individuate tra le fila degli alti profili professionali e dei manager.
L’orizzonte tecnologico
Del resto, è risaputo che al momento l’Intelligenza Artificiale può rimpiazzare più facilmente la mente di un dirigente attraverso i calcoli velocissimi del computer, piuttosto che i movimenti del corpo di un operaio. D’altra parte, forse paradossalmente, le operazioni intellettuali condotte dal cervello sono replicabili in un codice e in un algoritmo in maniera più semplice rispetto alle braccia di un uomo o di una donna, tuttora insostituibili nel gesto.
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