AI e automazione contabile: come cambia il lavoro nello studio professionale
di Stefano Dovier
La tenuta della contabilità, da qualche tempo, sta vivendo una trasformazione profonda.
All’inizio il cambiamento è stato graduale, quasi silenzioso. Poi è arrivata la fatturazione elettronica obbligatoria e il ritmo si è imposto da solo: i flussi si sono fatti più strutturati, più ricchi, più facilmente elaborabili dalle macchine.
Da lì in avanti non si è più trattato solo di “digitalizzare i documenti”, ma di ripensare il modo in cui il dato contabile nasce, viene trattato e utilizzato.
Oggi il tema non è più se usare o meno la tecnologia, ma come collocare le diverse tecnologie all’interno del processo di contabilizzazione. Da una parte c’è l’automazione, che robotizza le attività ripetitive; dall’altra l’intelligenza artificiale, che aiuta a rendere utilizzabili i dati e a interpretarne il contenuto.
Sullo sfondo, due domande chiave per chi guida uno studio professionale: che ruolo avranno gli utenti in questo nuovo scenario? E come cambierà la proposta di valore offerta ai clienti?
Automazione e AI nel processo contabile
Nel concreto del lavoro di studio, automazione e intelligenza artificiale non svolgono la stessa funzione, anche se operano sullo stesso terreno.
L’automazione vive dentro i gestionali e segue una logica molto chiara: applica regole predefinite a dati già strutturati.
Se arriva una fattura elettronica in formato XML, il software sa dove trovare imponibile, aliquota, natura IVA, anagrafica, modalità di pagamento. Lo stesso accade per i movimenti bancari acquisiti tramite PSD2 o tracciati standard: il gestionale può generare una proposta di registrazione affidabile basandosi su condizioni configurate una volta per tutte.
È un meccanismo maturo, che funziona bene finché il mondo reale rispetta gli schemi che abbiamo previsto.
L’intelligenza artificiale interviene esattamente quando questo non accade.
Il primo intervento può avvenire a monte dei gestionali, nel momento in cui i dati non sono ancora in una forma trattabile. Pensiamo ai report delle carte di credito, alle distinte Ri.BA., alle note spese, a qualsiasi documento amministrativo privo di struttura. L’AI è in grado di leggere questi documenti, riconoscerne la logica, estrarre i contenuti rilevanti e trasformarli in flussi strutturati - ad esempio in formato CBI o CSV - che possono essere importati nei gestionali come se fossero normali movimenti bancari.
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