Addio allo scontrino cartaceo: svolta verso un sistema digitale e sostenibile dei corrispettivi
di Stefano Dovier
Nell'alveo del profondo processo di digitalizzazione che ha subito il sistema fiscale italiano negli ultimi anni, l'emissione dei corrispettivi da parte di commercianti ed esercenti di pubblici esercizi si configura come l'unico adempimento rimasto ancorato, seppur parzialmente, ad un sistema tradizionale ed analogico di gestione, dovuto all'obbligo di stampa dello scontrino cartaceo.
Tale situazione ha progressivamente evidenziato un disallineamento rispetto agli obiettivi generali di semplificazione e efficientamento dei processi amministrativi perseguiti dal legislatore, perché ogni documento commerciale cartaceo impone all’esercente il costo di produzione di un supporto fisico che, nella maggior parte dei casi, viene immediatamente scartato dal cliente e conferito nei rifiuti.
La recente risoluzione 7‑00286 approvata alla Camera dei Deputati, però, mira a superare l’utilizzo del supporto cartaceo, considerato ormai insostenibile sia dal punto di vista della competitività delle imprese che, soprattutto, ambientale.
In Italia, infatti, vengono emessi ogni anno oltre 30 miliardi di scontrini cartacei, con un consumo di circa 360 milioni di metri quadrati di carta termica non riciclabile. Una mole così consistente di documenti non solo comporta gravi criticità ambientali, ma si traduce anche in costi indiretti per la logistica e la gestione dei rifiuti.
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