Con la Legge di Bilancio esordisce la ritenuta tra imprese dell'1 per cento
di Simona Baseggio e Barbara Marini
Dimenticate le auto volanti e le colonie su Marte. Il futuro, quello vero, è arrivato con l’emendamento governativo alla manovra di bilancio 2026 che modifica l’articolo 25 del Dpr 600/1973.
La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi all’intero tessuto imprenditoriale: dal 1° gennaio 2029, ogni bonifico, ogni pagamento, ogni transazione tra imprese sarà colpita da una ritenuta dell’1 per cento a titolo di acconto, a meno che il beneficiario non abbia aderito al Concordato Preventivo Biennale o al regime di adempimento collaborativo
La proposta di legge riscrive l’articolo 25 del Dpr 600/1973 introducendo quella che potremmo definire la “ritenuta universale” sui corrispettivi per le prestazioni di servizi e le cessioni di beni effettuate nell’esercizio di imprese. Immaginate la scena: milioni di imprese trasformate istantaneamente in sostituti d’imposta per qualsiasi acquisto, con la prospettiva di gestire una mole di Certificazioni Uniche da far sembrare la dichiarazione dei redditi attuale una passeggiata di salute. Ma c’è una via di fuga. Un lasciapassare per evitare questo inferno fiscale. E qui casca l’asino (o meglio, si svela il trucco). La tagliola dell’1 per cento non scatta per chi ha aderito al Concordato Preventivo Biennale o per i pochi eletti in regime di adempimento collaborativo.
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